Claudia e Alessandro posano per un ritratto analogico, scattato su pellicola, di fronte ai prodotti della loro bancarella al mercato estivo di Olbia. Entrambi vestono di nero.

Questi siamo noi. Claudia, quella che scrive, e Ale, quello con cui faccio tutto negli ultimi otto anni della mia vita. Siamo così, fuori fuoco perché io mi distraggo e non sto ferma e lui mi da retta.

My Own Way è il nostro piccolo brand, dove facciamo tutto noi artigianalmente (e spesso ci aiuta mia sorella).

Dietro i nostri messaggi stampati su magliette borse e astucci ci sono i nostri valori e quello in cui crediamo. Crediamo nell’uguaglianza tra le persone, crediamo nella sorellanza globale, nella sanità pubblica, nei viaggi non organizzati, nell’informazione, nei porti e confini aperti.

Io sono quella che si lamenta di più nelle stories, perché preferisco il silenzio al karaoke e spesso condivido tutte le mie frustrazioni. Fotografo i cieli con le nuvole e i palmizi perché amo i tropici, i gabbiani perché sono urbani ma liberi, i corvi perché riempiono il cielo all’imbrunire, i fiorellini che crescono nei marciapiedi, i campi di fiori selvatici, le scritte sui muri che hanno un bel significato, i gatti perché sono superiori ai cani e in più sono fotogenici. Adoro le polaroid e i libri di viaggio. Mi annoio a fare e sentire sempre le stesse cose.

Ale è colui che collauda girandole, cuce bandierine, disegna e mette su carta ogni mia idea, mi accompagna in ogni avventura, spesso è incosciente; io ho i piedi per terra e lui la testa tra le nuvole. Siamo vegetariani, ma io mangio le cozze. Lui è quello preciso, io quella che fa errori.

Guardiamo la luna insieme. Spesso, in viaggio, scattiamo le stesse foto e le vendiamo, voi le comprate perché vi comunicano cose tutte vostre, oppure tutte nostre, non lo so.

Comunque My Own Way siamo noi due.💘

pic by @zarpos